“Se le formiche si mettono d’accordo, possono spostare un elefante”
Team Prince
La vita da scrittrice di romanzi rosa non è sempre… “rosa”. Nel mio caso, per la maggior parte del tempo, tende più al grigio, specialmente durante le ore del mio lavoro d’ufficio, poi ci sono le commissioni, la casa, gli impegni improrogabili e infine, ma purtroppo solo infine, il tempo per scrivere.
Rubato in pausa pranzo, racimolato alla sera prima di chiudere una giornata estenuante, nel weekend rinunciando ad altro, quando si può, il tempo da dedicare ai miei personaggi è poco e spesso di scarsa qualità.
L’unico modo per vincere la sfida è affidarmi a un gruppo di persone che mi supportano nelle fasi più critiche del processo creativo. Loro sono la mia squadra, coloro senza i quali nessun libro potrebbe mai vedere la luce.
Consistono in un gruppo davvero variegato, i miei tre beta-reader, che sono solita chiamare affettuosamente i Criticoni (persone simpaticissime, ma il soprannome se lo sono guadagnato tutto, “il tizio del pc”, il fotografo e, ebbene sì, anche mio marito.
Anche se non in senso stretto, di questa squadra meravigliosa fanno parte anche tutte le persone che mi permettono di raccontare le loro storie, oltre a tutte quelle del mio quotidiano che mi ispirano nella vita reale nonché gli scrittori che mi guidano tra le pagine dei loro racconti e i lettori che gli danno vita.
Se siete curiosi di sapere di più di me, dopo aver letto delle figure che pazientemente mi sostengono e mi tengono a cuore, non perdetevi il racconto su di me: Sandy Jane la cantastorie oppure la storia di come tutto è iniziato.
I Criticoni
I Criticoni sono i miei beta-reader, Samantha (a cui ho rubato il nome per il mio alter-ego nei romanzi), Federica, Alessandro e, recentemente, Fano.
Samantha è stata la prima; la prima versione che ha letto era meno di una bozza ma se ne era subito innamorata. È una lettrice ossessiva che mi pressa continuamente per avere altre scene. Estremamente ingorda, la sua fame di parole non si placa nemmeno quando legge la parola fine. Lei vorrebbe sempre avere un altro capitolo, un’altra pagina, un altro libro. Se volete reclamare per la lunghezza dei miei romanzi rivolgetevi a lei, è per colpa della sua curiosità che mi ritrovo ad aggiungere dettagli, scene o interi paragrafi. Ma su una cosa sono d’accordo con lei, il mondo reale è complesso e rendergli giustizia significa darne un’interpretazione il più fedele e completa possibile.
Alessandro oltre a essere il parere maschile è il membro razionale del team. Legge la bozza da revisionare calcolatrice alla mano. Sindaca su qualunque cosa, tempi delle azioni, numero di bicchieri di vino, parole e frasi ripetute, e non sono ancora riuscita a fargli capire che, se un avvenimento si è svolto in un certo qual modo, non sono io a poter intervenire per cambiarlo. I suoi suggerimenti sono fondamentali perché gli errori sono tanti ma anche perché ha un ottimo occhio critico e di questo un buon scrittore ha sempre bisogno. Purtroppo, però, è un lettore lento, lentissimo, i suoi tempi di revisione sono perfino più lunghi dei miei già biblici tempi creativi quindi, se volete reclamare per la stratosferica quantità di tempo che passa tra uno dei miei libri e il successivo, lui è il vostro uomo.
Federica, invece, ha l’animo ingenuo di una principessa delle favole intrappolata nel corpo di un cactus pieno di spine. Proprio come un tortino dal cuore caldo di cioccolato nasconde il suo animo da romanticona dietro una finta facciata di disillusione che spesso si scorda di mantenere. Il suo è il parere sempre più importante per me poiché, benché sia attenta come gli altri agli errori, lei è il metro di giudizio che ho sempre per sapere se una storia è matura. Conosco Federica da un sacco di tempo, si potrebbe quasi dire da tutta la vita; è lei a suggerirmi tante letture che poi finiscono per ispirarmi ed è lei a darmi quel punto di vista, opposto al mio, di cui non potrei fare a meno; difatti, è lei l’animo social di tutto il team. Oltre ad essere una supporter eccezionale si adopera non poco pubblicizzandomi sui social dai cui io sono latitante. Per quello che mi riguarda, quando ce ne sarà bisogno, il posto da PR sarà suo.
Fano è l’ultimo arrivato nel gruppo ma quello che, dal primissimo commento, ha vinto il titolo di numero uno dei Criticoni (è un titolo di grande merito, sia chiaro). Fano rappresenta il parere tecnico, è il nostro esperto di scrittura creativa. La nostra conoscenza ha avuto un evolversi davvero fuori dal comune, almeno per una poco social come me. L’ho conosciuto intorno al 2004, ebbene sì, su internet – una catena di sant’Antonio se non ricordo male. Sin da subito c’è stato qualcosa che ci ha legato e quella cosa è stato senza dubbio le parole. La nostra amicizia si è evoluta nel tempo talmente in tanti modi e tanto variatamente che per raccontarne ogni passaggio servirebbero migliaia di pagine ma, alla fine, siamo approdati entrambi alla scrittura di un romanzo erotico quasi contemporaneamente, il passo verso la collaborazione non è stato scontato ma è capitato. È Fano che dovrete ringraziare se la qualità della mia scrittura salirà di un gradino (sarà solo un piccolo miglioramento sia chiaro, ma è così che si cresce, con estrema pazienza).
Pienamente degni del loro appellativo, generalmente attendono con molta e malcelata impazienza che io abbia finito il romanzo per poi poterlo distruggere a suon di critiche. Va detto che io, generalmente, gli consegno un manoscritto con un esorbitante numero di scene mancanti a malapena abbozzate perché troppo curiosa di sapere cosa ne pensino anche se, spesso, già conoscono i protagonisti, la storia o addirittura il suo epilogo quindi, il loro “essere precisi”, solitamente sfocia in “divenire pedanti”. Per di più, troppo di frequente ormai, sono gli stessi protagonisti a dargli ragione schierandosi dalla loro parte!
Anche se la narrazione, in seguito ai loro consigli, risulti molto spesso migliore, seppur solo dopo interminabili discussioni, spesso più filosofiche che pratiche, non posso negare che non manchino i momenti in cui mi ritrovi a dover applicare nei loro confronti un po’ di sana dittatura!
Il loro apporto è comunque fondamentale, specialmente quando è il momento delle revisioni che consistono nella parte più complessa e noiosa del lavoro, quella a cui, se non fossi una maniaca compulsiva del perfezionismo, rinuncerei volentieri. Sam, Fede, Ale e Fano diligentemente leggono ogni pagina dispensando commenti saccenti, consigli non richiesti e critiche intransigenti ma, alla fine, hanno quasi sempre ragione e io apprezzo la loro dedizione alla causa soprattutto quando si ritrovano in mano pagine piene di errori di battitura e ortografia. Senza di loro non sarei in grado di rendere la vera essenza dei miei personaggi.
Non si può prescindere dalla tecnologia
Invidio gli scrittori del passato che non hanno dovuto fare i conti con pc che si bloccano ogni due minuti, file che vengono stranamente persi quando il pc si spegne perché, a quanto pare, non ricordarsi di ricaricare la batteria è un peccato mortale, e chi più ne ha più ne metta.
Praticamente dalla prima settimana, alla prima decina di file cancellati e paragrafi persi mi sono resa conto di aver bisogno di aiuto. Il mio supereroe tecnologico, Francesco. È un tipo estremamente furbo che finisce per averla sempre vinta lui; non che ci voglia molto, io mi ritrovo a rompere qualcosa, cancellare file, dimenticare password o bloccare il pc con una frequenza pressoché giornaliera e lui, dopo ver recuperato la situazione, mi guarda immancabilmente con un’aria di fastidiosa supponenza agitando il suo indice verso di me in segno di biasimo. Leggete di più sulle mie disavventure nello spazio dedicato alla mia esperienza con la tecnologia durante la scrittura.
Recentemente Francesco ha preso in carico anche la gestione del mio sito web e mi sono ritrovata a combattere per avere un po’ di rosa tra le mie pagine. Il compromesso che abbiamo raggiunto con faticosi ed estenuanti negoziati, nemmeno avessimo dovuto scrivere un trattato di pace mondiale o mettere tutti d’accordo sui dettagli di un matrimonio del Sud, spero sia di vostro gradimento; se avete lamentele al riguardo sarò più che lieta di girare a Francesco i vostri commenti, ma niente complimenti, solo critiche please, non vorrei il ragazzo mi si montasse la testa (probabilmente questo paragrafo verrà censurato dal suddetto; scusatelo, è permaloso!).
Istantanea
Ogni libro che si rispetti deve avere una bella copertina, una che attiri i lettori e li invogli all’acquisto. Ma io non vogli manipolare i miei lettori, voglio dargli qualcosa di onesto. È per questo motivo che le copertine dei miei libri non sono fatte per essere vendute ma vissute, cerco di immaginarle nella mia libreria, provo a fare in modo che siano una diapositiva della storia, che ne raccontino un dettaglio. Se siete curiosi di sapere come faticosamente nasce quell’istantanea leggete sulle mie avventure sul tema.
Ogni sito che si rispetti, invece, anziché una solo foto emblematica, ne deve avere molte, scatti rubati che raccontino tutto un concetto. Su internet di immagini se ne trovano a bizzeffe ma io vivo di questo ideale romantico di dare ai miei lettori qualcosa che sia stato concepito espressamente per loro quindi cerco di fare in modo che le foto siano sempre “d’autore” (con annesso copyright).
Ebbene sì, ho un fotografo ufficiale: uno tipo strano ma, è cosa nota, gli artisti sono gente bizzarra e lui non è certo da meno. Tanto per iniziare non mi è permesso usare il vero nome di zeroquattro, ma le sue foto mi piacciono e soprassiedo sulle sue stramberie; infondo, sono io la prima a sostenere quanto sia importante scindere l’opera dall’artista, benché la sua mano, la sua firma, le fotografie che ne descrivono in maniera esatta i suoi contorni, raccontano di lui molto di più di quanto farebbe la sua scheda anagrafica o la sua gentile modella.
Il signor Prince
Nonostante il nutrito gruppo di persone che mi supporta nel processo creativo, vivo nel mondo reale, in cui, una volta rincasata dall’ufficio, ci sono piatti da lavare, commissioni da sbrigare e vacanze già prenotate. Purtroppo, però, l’ispirazione è qualcosa che, molto più del proprio peso, è impossibile da controllare; a volte si assenta per giorni o mesi, a volte si piazza di fianco a me e non mi molla per settimane. In quei momenti nei quali l’unica cosa a cui riesco a pensare è “scrivere come se non ci fosse un domani” il vero artefice del miracolo è mio marito che con proverbiale calma mi prepara la colazione, sbriga le commissioni e mi sopporta pazientemente programmando per me vacanze relax in cui posso passare intere giornate stesa al sole a bordo laghetto scrivendo e leggendo.
Di alcuni libri è lui che devo ringraziare perché, spesso, ha un occhio più lungo del mio nel notare che qualcuno che conosciamo non ce la sta raccontando giusta!
Manie di protagonismo
I miei protagonisti sono gli unici sprovvisti, aimè, di manie di protagonismo. Oggigiorno chiunque vorrebbe apparire in TV o al cinema, ma loro no. Così mi ritrovo a spendere ore per persuaderli a permettermi di raccontare la loro storia in un libro. Alla fine, generalmente, cedono, sottovalutando la mia passione per i dettagli che finisce per costargli l’imbarazzo di riferirmi tutto, ma proprio tutto.
In equilibro tra “storia vera” e “opera di fantasia”
Coloro che più di tutti influenzano la mia narrazione non sanno nemmeno della mia esistenza. Sono le persone comuni, quelle che incrocio nella mia vita di tutti i giorni, quelle che non sanno della mia passione per la scrittura, quelle che parlano, agiscono, vivono e ignorano che in quel momento sono i loro gesti, le loro parole, le loro emozioni a costruire una scena, un personaggio pronto a entrane in quel mondo “immaginario” che costituisce il mio universo creativo. Scoprite di più su questo argomento nella sezione dedicata all’intreccio delle vite dei personaggi.
Un’altra importante influenza arriva dalle mie letture, sono quindi gli scrittori del presente o quelli del passato che piantano i semi delle idee nella mia testa, nel mio animo. Sono loro che mi danno quella chiave di lettura indispensabile a comprendere il mondo e le persone, la narrazione e i personaggi. Sono loro che mi ispirano pensieri e parole, loro che mi ricordano perché lo faccio.
Diversamente da come dicevo sempre, non scrivo solo per me stessa, scrivo per la storia, perché essa possa appartenere al mondo; vabbè, al piccolo e ristretto numero di persone che avranno avuto voglia di leggermi. Scrivo perché ci possa essere anche un solo lettore che, come faccio io quando leggo, si innamori perdutamente di un’idea più che di tutto il resto, l’idea stessa dell’amore che non è mai giusto né sbagliato.
La linfa vitale
Nonostante l’impegno mio e di tutto il team, il membro più importante della squadra sono i lettori. Anche se il motivo per cui scrivo è semplicemente che non posso fare a meno di dare alle storie che mi vengono raccontate la possibilità di vivere per sempre, perché questo possa accadere le storie devono prendere vita e questo potere meraviglioso non è nelle mie mani ma in quelle dei lettori che rivivono quella storia, sono loro la linfa vitale che accende quella scintilla donando alla storia, finalmente, vita.
Per fortuna, perché questo accada, basta un solo lettore. Credo che, se ci sarà anche solo una persona a condividere le avventure di quei personaggi che danno tutti loro stessi colorando la pagina bianca, allora tutto il lavoro, la fatica, le notti insonni, le gioie e i dolori sperimentati scrivendo, saranno valsi la pena.